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CLUB ANDARE IN GIRO

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ASIA: In viaggio per il mondo con gli strumenti musicali

Pubblicato da oleg su 16 Gennaio 2013, 09:04am

Tags: #I Nostri Speciali

http://l2.yimg.com/bt/api/res/1.2/O0EV.iW6R0K0Yb4dEPxCbQ--/YXBwaWQ9eW5ld3M7cT04NTt3PTQwMA--/http://l.yimg.com/os/254/2012/05/22/STORIA-DEGLI-STRUMENTI-MUSICALI-jpg_133900.jpgIl SITAR è uno strumento musicale a corde dell'India settentrionale; è lo strumento della musica classica indiana più conosciuto in Occidente. Si pensa che sia stato importato in India dalla Persia, letteralmente significa ‘tre corde’, la cassa armonica del sitar è fatta con una zucca tagliata a metà, a cui viene aggiunto un sottile strato di legno che fa da coperchio.

Il suo timbro è vibrante e molto suggestivo. Negli anni sessanta e settanta, sull'onda dell'interesse per la filosofia orientale degli anni del movimento hippie, il sitar venne scoperto da musicisti pop come i Beatles (che lo impiegarono a partire dal 1965 nell'album Rubber Soul); dai Rolling Stones nella famosa canzone Paint It Black, o dagli Yes.

L’OUD, è uno strumento a corde, membro della famiglia dei liuti a manico corto, tipico delle popolazioni medio-orientali libanesi, il termine in arabo significa legno. Una leggenda araba attribuisce all'ūd una storia illustre, che risale alla notte dei tempi, attribuendone l'invenzione a Lamak, nipote di Adamo ed Eva. Secondo gli storici musicali, progenitori dell'ūd risalgono all'antico Egitto. L'‘ūd è considerato dagli arabi il sultano degli strumenti musicali ed è diffuso in tutto il mondo arabo-islamico, dal Marocco all'Iraq, ed è talmente importante che l'intero sistema arabo si basa sulla posizione della mano sinistra sul manico dell'‘ūd.

La storia della CHITARRA trae le sue origini in Italia, dove,  dopo la liuteria classica bresciana e cremonese nascono diverse scuole regionali, che proseguono ancora oggi con stili e tecniche differenti.

Le principali scuole nascono nel nord Italia, in seguito all'influenza della liuteria Stradivariana. Grande è la tradizione liutaria in Toscana già nel Rinascimento, quando la famiglia dei Medici incominciò a collezionare strumenti. Il commercio di strumenti ad arco italiani in Francia fu facilitato dalla figura di Caterina de’ Medici e finì per transitare in Spagna dove questo strumento è largamente utilizzato nella tradizione del flamenco.

Il flamenco ha avuto  origini al sud della Spagna, in Andalusia.  Quando e come nacque nessuno lo sa dire con certezza, ma è molto probabile che si creò attraverso la fusione di due elementi: l’Andalusia e i gitani. Quest’arte è sempre stata tramandata oralmente da padre  in figlio, e così fino ai nostri giorni. Nella seconda metà dell’Ottocento uscì dal suo originario ambiente familiare e cominciò ad essere eseguito in particolari locali chiamati “Cafè Cantantes”, di cui pioniere fu il caffè sivigliano di un italiano, uno dei grandi  “cantaores”  della storia del flamenco. Da allora questi tipici locali si moltiplicarono rendendo quest’arte sempre più popolare. Il suono della chitarra (toque), il canto e la danza sono le componenti di questo mondo affascinante di espressione, di quest’arte straordinaria in cui la chitarra haun  impiego fondamentale.

Un salto oltreoceano trasporta la chitarra negli Stati Uniti d’America dove, da una parte  ha un grande sviluppo nel jazz e dall’altra viene largamente impiegata nel rock americano con la trasformazione da chitarra classica a chitarra elettrica.

Il primo è un genere musicale di origine statunitense, nato nei primi anni del XX secolo nelle comunità afroamericane del sud degli Stati Uniti. Frutto di una confluenza di tradizioni musicali africane ed europee, le sue caratteristiche peculiari sono l'uso intenso di improvvisazione, il ritmo swing sincopato, la poliritmia e il tono malinconico delle blue note. Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri.

La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra, specialmente per le modalità di esecuzione, ma che potesse suonare insieme agli altri strumenti  senza esserne sovrastato dal volume. Con la nascita di orchestre jazz e blues, ci si rese conto del problema della poca amplificazione delle chitarre acustiche. Bisognerà attendere il 1948, quando Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, diede una svolta definitiva creando la Broadcaster; il successo fu enorme tanto che viene prodotta dalla Fender ancor oggi. Nel 1950, un italiano, Ercole Pace fu il primo in Italia a richiederne il brevetto, che poi produrrà in serie in un piccolo laboratorio a Roma.

Nell’America del Sud due sono gli stili che si affermano attraverso l’utilizzo di questo strumento: la Bossanova in Brasile, da una parte, nata alla fine degli anni '50, che trae origine dal samba e, in genere ispirata culturalmente dalla rive gauche francese; e la musica zigana della chitarra manouche, dall’altra, tipica del jazz dei gitani, detto anche jipsy jazz, strumento che ritroviamo nella musica di Django Reinhardt, resa celebre al grande pubblico attraverso colonne sonore di film di successo quali Chocolat, dove questo genere veniva suonato dal gitano-Johnny Deep; ancor più in Accordi e Disaccordi, diretto da Woody Allen e ispirato proprio alla vita del musicista Reinhardt.

La FISARMONICA per lunghi anni fu uno strumento folcloristico legato alla tradizione della danza popolare. Nacque in Italia, dalla scuola artigianale di Castelfidardo, Ancona, e di Stradella, in provincia di Pavia. Il suo impiego è massiccio nella tradizione popolare e folk italiana, con la tarantella napoletana, e con la pizzica pugliese, che di recente ha avuto un grande ritorno.
 
Le evoluzioni tecniche e costruttive dello strumento hanno sempre più perfezionato il suo timbro e la sua intonazione, favorendone la presenza anche in ambiti più colti, tanto che il primo brevetto di un accordion, termine usato per indicare la fisarmonica, fu depositato nel 1829 a Vienna.

In Francia la tradizione della fisarmonica ha uno sviluppo con la musette,  termine che deriva da müsa, una cornamusa appenninica che è stata sostituita nell'accompagnamento del piffero, dalla fisarmonica negli anni trenta.

La fisarmonica è  lo strumento a cui si dovette la nascita del valzer. Genere musicale diffuso inizialmente in Austria e nel sud della Germania, conquistò ben presto gran parte dell'Europa: dalla Francia, dove fu introdotto da Maria Antonietta, alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una danza internazionale. Il successo fu dovuto soprattutto al carattere fluente e orecchiabile della musica. Ebbe suo sviluppo anche in ambito popolare, eseguito con poche varianti in tutti i repertori e accompagnato con strumenti tradizionali tra cui la fisarmonica appunto.

Nelle Americhe, in particolare in Argentina la fisarmonica divenne BANDONEÒN, strumento fondamentale delle orchestre di tango argentine. Nacque originariamente come strumento per la musica sacra, per accompagnare i canti durante le processioni, in contrasto con il suo parente più prossimo, la Concertina, strumento considerato più popolare. Gli emigranti tedeschi portarono questo strumento con loro, all'inizio del XX secolo, in Argentina, e qui rapidamente incontrò grande successo, e fu presto inserito nel contesto della musica locale.

Doveroso un accenno alla storia della musica popolare mitteleuropea,  con la trazione del klezmer. Questo genere musicale fonde in sé strutture melodiche, ritmiche ed espressive che provengono dalle differenti aree geografiche e culturali: Balcani, Polonia e Russia, con cui il popolo ebraico è venuto in contatto.

Musica che accompagna feste di matrimonio, funerali o semplici episodi di vita quotidiana, il klezmer nasce all'interno delle comunità ebraiche dell'Europa orientale, in particolare delle comunità chassidiche. Questa musica esprime sia felicità e gioia, sia sofferenza e malinconia, tipica della musica ebraica. Lo strumento principale del mondo ebraico degli shtetl e dei ghetti è sicuramente il violino. Il Klezmer contribuirà non poco alla formazione del jazz, quando gli ebrei che erano stati perseguitati si trasferirono in molti nelle Americhe.
Le fonti più antiche riguardanti il VIOLINO ci permettono di far risalire la sua nascita all'inizio del XVI secolo.

La gran parte delle ipotesi tradizionali pongono l'apparizione dei primi violini veri e propri, dotati della stessa forma e medesima accordatura usata ancora ai nostri giorni, nell'area norditaliana, a Cremona e a Venezia. Tuttavia ricerche più recenti pongono fondati dubbi su quasi tutte le attribuzioni degli strumenti ad arco italiani del XVI secolo, non rimane agli studiosi che basarsi sui soli documenti, la cui interpretazione è resa più difficile da problemi terminologici. La nuova famiglia di strumenti ad arco apparve quasi allo stesso tempo in varie parti d'Europa: oltre all'Italia del Nord, in Francia (Parigi e Lione), in Germania, nei Paesi Bassi, specialmente Bruxelles ed Anversa e a Praga.

Si può quindi supporre che il violino sia nato come strumento di musicisti ambulanti, durante i primi decenni del XVI secolo, da una fusione di strumenti diversi.

Nel XVI secolo era utilizzato principalmente nella musica di danza, tuttavia in Italia molto presto assunse ruoli più nobili, nelle corti o nelle chiese: nel 1530 a Brescia abbiamo la citazione di un violino usato durante una messa e circa dieci anni dopo anche a Venezia troviamo violini in varie "Scuole" e durante le messe e le processioni.

Celebri di fatto i nomi italiani legati a questo importantissimo strumento, Stradivari, Amati e Guarneri  e fondamentale per la nascita dell’Opera in Italia appunto, contemporaneamente alla musica dell’Opera e dell’arte mitteleuropea sinfonica.

Il suo impiego è altresì fondamentale per tutt’altro genere di musica, e cioè quella popolare zigana, dive si tramuta (vedi il klezmer) e balcanica, nonché di quella popolare americana sviluppandosi in forme diverse, come il country americano e il blue gress.
 
Di appartenenza anche alla cultura cinese, il violino, di recente sta scalzando il primato della produzione italiana, si registra infatti che tra il 50 e il 70% circa della fabbricazione di violini mondiale oggi (esclusivamente ad uso non professionistico) appartenga proprio alla Cina e al Giappone, tra i nomi celebri, ricordiamo Yamaha, quale ottimo produttore di pianoforte e di violini, oltre che di motoveicoli di fama mondiale.
Fonte: http://it.notizie.yahoo.com/in-viaggio-per-il-mondo-con-gli-strumenti-musicali.html

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