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" Pirenei, il romanico nascosto nel verde" di Luigi Alfieri

Pubblicato da oleg su 18 Settembre 2011, 10:19am

Tags: #I Nostri Speciali

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/dett_articolo/1308737942700_0.jpgIn Francia ci sono ancora le foreste. I Pirenei sono coperti da un manto color smeraldo che dona alle montagne la patina dell’antico. La cattedrale di Saint Bertrand-de-Comminges si trova al culmine di un’aguzza altura, ai piedi delle prime vette imbiancate e al bordo dei boschi secolari. Ai suoi piedi scorre, impetuosa, la Garonna. Il paesaggio è magico e contribuisce a rendere palpabile il senso della storia. Qui una volta c'era un insediamento gallo-romano, che ai tempi dell’impero si trasformò in una città di diecimila abitanti con le terme, il mercato, il teatro e un tempio dove venerare i Cesari. Si chiamava Lugdunum e i suoi resti sono ancora visibili alle radici dell’altura. Camminando tra le rovine, si scorge, là in alto, la chiesa romanica, con evidenti rimaneggiamenti gotici. La cattedrale è assediata da un nugolo di case medioevali, attorno corrono le antiche fortificazioni. Una larga fetta di Lugdunum si è trasferita lassù: le mura della chiesa, quelle delle case e la cinta di difesa sono fatte anche delle pietre asportate dalle vestigia romane. Capita di vedere nella facciata del tempio cristiano un’immagine pagana, sulle pareti esterne di un albergo un’antica lapide e a volte, addirittura, una colonna di marmo, un capitello. A Saint Bertrand, le epoche storiche si confrontano e si confondono e tutte diventano una sola cosa, un unicum tenuto insieme dal colore delle pietre, un ocra stinto che sotto i colpi del sole diventa oro, dal rumoreggiare del fiume e dall’immensità della foresta. La cattedrale, appollaiata là in alto, è un posto fuori dal tempo, uno scrigno senza età ricolmo di gioielli. C'è il portale con la lunetta gotica raffigurante l’adorazione dei magi: i re orientali hanno il volto dei contadini medioevali dell’Alta Garonna, la Madonna ha i lineamenti robusti di chi è abituato a spargere sudore sui campi, il bambino ha un sorriso nato dalla terra. Lo stesso realismo romanico dell’Antelami dei mesi e della Deposizione. C'è il chiostro che si affaccia sul verde infinito dei Pirenei, tra file di capitelli con angeli e diavoli di pietra che si contendono le anime dei morti. Storie di dannazione e di ascese al cielo. Mostri nati per spaventare le anime semplici, visioni celesti per gratificare chi segue il retto cammino. C'è uno degli organi più antichi d’Europa, che vuole dire del mondo, le cui canne hanno conosciuto il soffio dell’aria del Cinquecento. C'è un coro ligneo scolpito da mani accarezzate dallo spirito del Rinascimento italiano, mani di artisti francesi, ma anche di scultori fiorentini. C'è la meravigliosa statua di un Vescovo Bertrando, un po' più vecchia di quella di Ilaria del Carretto che si trova nella cattedrale di Lucca, ma altrettanto potente e allo stesso tempo aggraziata; c'è un profumo di pellegrini che ristagna nell’aria, che si materializza nelle tele antiche, nei bassorilievi.

Lungo questo segmento di Garonna si snoda uno dei tanti rami del «Cammino» che porta a Santiago di Compostela e i vescovi di Saint Bertrand-de-Comminge hanno sempre protetto le fatiche dei «vagabondi di Dio». Dall’abside della cattedrale, si vede, giù in fondo dove stava la città gallo-romana, la basilica di San Giusto, anch’essa del colore dell’oro e del miele. Nella sua pietra sono scolpiti alcuni capolavori assoluti del Medioevo religioso. Anche qui i contadini hanno prestato il loro volto ai martiri cristiani, agli aguzzini pagani, agli apostoli, agli evangelisti al servizio di un realismo che si ripresenterà così intenso nella storia dell’arte solo ai tempi di Caravaggio. La basilica è di un romanico puro, senza contaminazioni. Le tre navate sono sobrie, rigorose nelle linee, spoglie senza essere povere. La luce arriva soffusa attraverso piccole aperture a tutto sesto. Ogni cosa richiama la religiosità delle origini, una preghiera semplice e intensa, di gente che vedeva solo il bene e il male, il paradiso e l’inferno, senza vie intermedie. Il purgatorio, quella zona grigia dove si possono nascondere tanti peccatori, non era ancora stato creato ai tempi della fondazione della basilica. I Pellegrini correvano lungo il cammino per sfuggire le fiamme eterne, lo Stige, Caron Dimonio con gli occhi di bragia, Satana e Lucifero coi forconi. Le sculture, come catechismi di pietra, indicavano la retta via, illustravano buoni esempi, prefiguravano atroci punizioni. Ora stanno lì, ancora coperte di brandelli di colore antico, a deliziare gli occhi dei pellegrini dell’arte non più spaventati da una religione fattasi mite come l’aria dei primi Pirenei. La stessa aria che spira, pochi chilometri più a Nord, attorno alla Collegiata di Saint Gaudens, la città più grande del Comminges, dipartimento dell’Haute Garonne, regione del Midi Pyrénées. Anche qui la luce del mattino dipinge d’oro, come in un tempio Atzteco, blocchi calcarei e marmi. Anche qui la pietra racconta i misteri della fede, ma benché siamo nel cuore di una città, il tempio non ha la stessa ricchezza di Saint-Bertrand. Non c'è l’organo cinquecentesco, non c'è il coro intagliato, ci sono però stupendi arazzi appesi alle pareti, c'è un matroneo intessuto di archi a tutto sesto che permetteva alle donne di assistere alla messa senza mescolarsi con gli uomini, c'è un chiostro goticheggiante di una bellezza austera, contaminato dalla presenza di reperti gallo-romani: lapidi, capitelli, frammenti di sculture. C'è quella luce che entra dalle finestre come una nebbia leggera, c'è il profumo senza tempo dell’incenso, c'è, per chi lo sa ascoltare, il canto pieno di speranza dei pellegrini medioevali che sale verso il cielo. ( Fonte: www.gazzettadiparma.it)

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