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CLUB ANDARE IN GIRO

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" Una passeggiata lunga cinquanta milioni di anni" di Luigi Alfieri

Pubblicato da oleg su 24 Agosto 2011, 08:25am

Tags: #I Nostri Speciali

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/dett_articolo/1307527637472_0.jpgE' una passeggiata piuttosto lunga. Dura cinquanta milioni di anni. A Pensarci gira un po' la testa. Si comincia alla base del canyon del Bletterbach (Rio delle Foglie), con uno strato di porfido formatosi 280 milioni di anni fa, si risale il torrente, si passano altri tre strati e, percorsi otto chilometri, si arriva alle pendici del Corno Bianco.

Qui ci sono le rocce di dolomia nate 230 milioni di anni fa.

Se si pensa che l'uomo è comparso sulla terra duecentocinquantamila anni fa, queste cifre fanno girare la testa, sembrano immense. Ma se si pensa che la terra è nata quattro miliardi di anni fa scappa da ridere. Cosa sono cinquanta milioni di anni? Una goccia d'acqua nel mare. E le nostre vite? Un granello di polvere. E il tempo, cos'è il tempo? Un'entità inafferrabile: provare a misurarlo è la più grande impresa dell'uomo. Ma cominciamo da capo. Il canyon di Bletterbach è tra i siti geologici più interessanti del mondo. Classificato dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, è uno dei gioielli semi-sconosciuti del nostro Paese. Si trova in Alto Adige, vicino al paese di Aldino, in val D'Ega. Mezzora appena dall'utostrada del Brennero, uscita di Egna-Ora.

Centinaia di milioni di anni fa, questa terra era sommersa dal mare e si trovava all'Equatore. Potete non crederci, ma qui nuotavano i pesci, c'erano le alghe, le conchiglie, i polpi. Anzi, ci sono ancora, queste bestiole, prigioniere delle rocce sotto forma di fossili. Se siete fortunati, spezzate un sasso e trovate una conchiglia, il tentacolo di un ottopode, una foglia di felce.

Di milione di anni in milione di anni, succedevano cose sempre nuove: eruzioni di vulcani, scontri tra continenti, cadute di meteoriti giganti; alla fine sopra al primo strato di roccia ne sono nati altri quattro: l'ultimo è bianco. E' fatto di dolomia, la pietra che rende uniche le montagne dell'arco alpino occidentale. «Poco tempo fa», attorno al quindicimila avanti Cristo, un ghiacciaio ha scavato alla base del Corno Bianco un valle strettissima lunga otto chilometri: le acque del Blatterbach e l'erosione del vento l'hanno reso profonda quattrocento metri.

Un libro aperto che permetteai geologi venuti da ogni parte del mondo di leggere la storia più recente della terra: gli ultimi trecento milioni di anni. I minerali che formano gli strati, i fossili, le impronte dei dinosauri svelano, a chi li sa ascoltare, i segreti del mondo. Gli scienziati possono stabilire, milione di anni più milione di anni meno, quando il grande masso venuto dal cielo distrusse la vita sulla terra, facendo scomparire l'ottanta per cento della flora e della fauna; quando le sabbie che erano all'equatore sono state spostate verso il polo; quando il mare si è ritirato dalle Alpi e i fondali sono diventati montagne. Quando i sauri hanno ceduto il passo agli animali «moderni».

La forra del Bletterbach, è stata trasformata in un «parco geologico» e può essere visitata con facilità, sotto il controllo e con le informazioni di guide esperte. C'è un centro visitatori con un mini museo, proiezione di filmati illustrativi, distribuzione di materiale cartaceo con notizie di ogni genere sui sauri, i fossili, i minerali e le bellezze di una natura alpina incontaminata.

Per visitare l'area esistono tre percosi: uno di 30 minuti, uno di 2 ore e 30, e uno di 3 ore e trenta.

Il Bletterbach non è solo un parco geologico, è un paesaggio unico. Sia che lo si affronti dal letto del torrente, sia che lo si affronti quattrocento metri più in alto, lungo i bordi della forra. La vegetazione è ricca di abeti, larici e cembro, i prati sono coperti di anemoni e orchidee selvagge, l'aria profuma di resina, la luce è tersa come nelle brughiere asiatiche e lassù in alto si stagliano, inconfondibili, le vette del Corno Bianco e del Corno nero. Chi riesce ad arrivare sulle cime può scorgere, lontani, il Latemar, il Catinaccio e lo Scilliar: le sculture create dal vento e dal ghiaccio con l'erosione della dolomia, la pietra delle dolomiti. In un tempo brevissimo: pochi milioni di anni. ( Fonte: http://www.gazzettadiparma.it/viaggi/dettaglio/2/91050/Una_passeggiata_lunga_cinquanta_milioni_di_anni.html)

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